Ipertensione al momento della diagnosi e prognosi a lungo termine dopo ictus ischemico infantile
È stata determinata la prevalenza di ipertensione nella fase acuta dopo ictus ischemico, ed è stata studiata la sua relazione con l’esito.
È stato condotto uno studio retrospettivo di pazienti pediatrici di età compresa tra 1 mese e 18 anni con primo ictus ischemico ricoverati tra il 2003 e il 2008.
Sono stati registrati i valori di pressione sanguigna nelle prime 72 ore dopo la diagnosi e la morbilità o la mortalità a 12 mesi.
L’ipertensione è stata definita come due letture consecutive di pressione arteriosa sistolica maggiore o uguale al 95° percentile per età.
Sono stati identificati 90 bambini ( età media 3.8 anni ); 53 degli 84 pazienti ( 63% ) con valori di pressione sanguigna disponibili hanno avuto almeno un episodio di ipertensione e 19 ( 22% ) hanno avuto episodi di ipertensione per 3 giorni consecutivi.
L’ipertensione era maggiormente prevalente ad entrambe le estremità dello spettro d’età.
Il rischio relativo di mortalità a 12 mesi è stato 4.5 volte superiore ( P=0.096 ) e il rischio relativo di mortalità in ospedale è stato 1.7 volte superiore ( P=0.05 ) se il paziente aveva avuto ipertensione.
Non è stata riscontrata alcuna associazione tra ipertensione e territorio vascolare, eziologia, o disabilità neurologica.
In conclusione, l’ipertensione è prevalente nei bambini con ictus ischemico nei primi 3 giorni dopo la diagnosi ed è associata a un aumentato rischio di morte. ( Xagena2013 )
Brush LN et al, Neurology 2013; 80: 1225-1230
Neuro2013 Cardio2013 Pedia2013
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